La legge sulla montagna, approvata il 31 ottobre 2024, da un lato ha sicuramente il merito di aver messo il tema al centro dell’agenda politica. E tuttavia per la pochezza delle risorse e per certe misure che complicano le procedure amministrative esistenti, resta per lo più un’occasione persa.
Sicuramente positiva è l’approvazione dell’emendamento a firma Durnwalder Patton che punta a rendere più agile ed efficace la gestione del lupo, purtroppo farraginosa. Dispiace invece che non siano state accolte altre proposte, a partire dal mio emendamento sugli spray urticanti, da mettere a disposizione delle guardie venatorie e dai soggetti in possesso del porto d’armi, per difendersi dall’aggressione degli orsi o quelli per la tutela degli ecosistemi montani che riguardava una corretta gestione dei grandi carnivori da parte delle comunità locali.
Il cambiamento climatico rende la montagna più fragile e meno sicura. Per questo servono persone che la abitino, che la monitorino, che la utilizzino, che la salvaguardino. Servono cioè politiche per la tenuta dei servizi essenziali, di sostegno al commercio, all’agricoltura, a tutto ciò che contrasta lo spopolamento. Serve cioè porsi degli obiettivi chiari e forti, che non si vedono nelle finalità né all’interno del Provvedimento.
Parimenti non si può trascurare il grido d’allarme rispetto alla presenza dei grandi carnivori. In Trentino gli avvistamenti e le aggressioni da parte degli orsi sono una minaccia alla pubblica incolumità. E il dato del referendum consultivo di domenica scorsa in Val di Sole ben fotografa quanto grande e sentito sia questo problema.
Purtroppo però il provvedimento non affronta o affronta solo superficialmente questi problemi.
Sulle politiche di coesione sociale, i titoli degli interventi ci sono tutti, ma le risorse esigue e impastate in meccanismi burocratici che ne renderanno pochi o nulli gli effetti. Inoltre la collaborazione con le Regioni e le province autonome è sistematicamente dimenticata, pur sapendo che gli enti locali conoscono molto meglio le situazioni e i problemi. In sostanza è anche questa una legge centralistica.
Sul tema della gestione degli orsi non c’è nulla che vada incontro alle attese dei cittadini.
Resta pertanto il rammarico per l’occasione persa. Da un lato è un testo che ha il merito di segnare un cambio d’approccio, guardando finalmente alla montagna come a un quadro unico, che necessita di politiche dedicate e di sistema.
Dall’altro rischia di non produrre alcun effetto reale, che migliori davvero la vita dei suoi cittadini e ponga in essere politiche per la sua conservazione.